Effetto per certi versi sorprendente, in quanto non è che il soggetto del film (un FULL MONTY in Florida, proposto al regista dalla nuova star Channing Tatum dal notorio passato di spogliarellista) fosse più eccitante delle sue lusinghe più evidenti. Certo, l'uomo – oggetto, una volta tanto offerto alla sguardo femminile; o il musical, ironico e saporoso, che permette di allontanarsi dal realismo più banale delle derive notturne e bonaccione che seguono gli show dai dollari infilati negli slip dei sexy boys. Ma, in definitiva, ecco il dilemma consueto fra il successo offerto dai meccanismi brutali del capitalismo (riuscita perfetta del rapace proprietario del club interpretato da Matthew McConaughey) e la rivincita morale proposta dall'amore al buon Mike.

E' però il voyeurismo intelligente a contraddistinguere il cineasta dai suoi celebri esordi di SEX, LIFE AND VIDEOTAPE, la sua voglia più o meno esibita di sondare le pieghe volentieri scabrose della società, la sua arte nell'appoggiarsi agli ambienti, il suo sguardo disincantato, elegante ed al tempo stesso immediato offertogli dalla fluidità del numerico a riscattarlo dal grigiore tedioso del moralismo. Non sarà magari magica come promessa dal titolo, ma molto della seduzione di MAGIC MIKE opera a prescindere da quella pure legittima di mutandine e pettorali.